Prod. Finlandia 2021. Diretto da Teemu Nikki con Petri Poikolainen, Marjaana Maijala.
Ci sono film che scorrono davanti agli occhi senza pretendere nessuno sforzo, altri che ti impongono di metterti al passo, sintonizzare il tuo respiro con quello del personaggio e immergerti totalmente nella loro cornice ambientale e sentimentale. E’ il caso di The blind man who did not want to see Titanic, il nuovo film di Teemu Nikki, pluripremiato regista finlandese autodidatta al suo quinto lungometraggio, che arriva (per fortuna) a Venezia 78 in punta di piedi e senza far rumore.
“Nella primavera del 2019 chiesi al mio amico Petri se gli sarebbe ancora piaciuto recitare. Mi confessò che era ancora il suo sogno, e promisi di scrivere una parte per lui in un cortometraggio. La parte è diventata quella di protagonista e il cortometraggio è diventato un lungometraggio. La sclerosi multipla di Petri è così aggressiva che avevamo fretta di girare il film. Petri mi disse che, sebbene cieco e in grado di muovere solo la mano destra, viaggiava ancora da solo. È così che è nata l’idea. A ogni modo, non volevo fare un documentario su un attore disabile. Volevo lavorare con Petri, un attore che si dà il caso sia anche cieco e su una sedia a rotelle. Il nostro protagonista ha la stessa malattia di Petri, ma la sceneggiatura è immaginaria.” Teemu Nikki
Una delle storie d’amore più avvincenti e sorprendenti degli ultimi anni di cinema internazionale. Una dichiarazione d’amore verso il cinema in una pellicola che fonde la realtà con l’immaginazione. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
Un film intenso, girato dal punto di vista di un cieco. Un film d’azione/thriller atipico su un uomo che deve attraversare l’inferno per raggiungere la sua amata. Jaakko è cieco e disabile, costretto su una sedia a rotelle. Ama Sirpa. Vivendo distanti, non si sono mai incontrati di persona, ma si sentono ogni giorno al telefono.
Quando Sirpa resta sconvolta da una notizia scioccante, Jaakko decide di andare da lei immediatamente, nonostante le proprie condizioni. In ogni caso, gli basta fare affidamento sull’aiuto di cinque estranei, in cinque luoghi: da casa al taxi, dal taxi alla stazione, dalla stazione al treno, dal treno al taxi e, infine, dal taxi a… lei.
All’interno di una combinazione di idee, visioni e dettagli vincenti emerge la performance di Petri Poikolainen, spogliato e messo alla prova dalla sua stessa condizione. Il ..enne attore finlandese riesce a suscitare tanto l’ironica commedia quanto la umana tragedia, con poche battute e il solo volto come unici strumenti adottando esclusivamente toni bassi privi di autocommiserazione.
“Abbiamo deciso di adottare il punto di vista di un cieco e costretto lo spettatore a immedesimarsi con Jaakko puntando la macchina da presa sul protagonista e adottando una fotografia molto intimista con diaframmi estremamente aperti e sfuocati decisamente intensi. Secondo me era la giusta visione per rendere l’idea di ciò che sente un cieco. La nostra direttrice della fotografia Sari Aaltonen inizialmente pensava fosse una pessima idea perchè sarebbe stato molto difficile mantenere alta l’attenzione dello spettatore con solo inquadrature in primo e primissimo piano. Ma ce l’abbiamo fatta.” Teemu Nikki
Il film infatti si presenta semplice a livello logistico in quanto le riprese prevedevano soltanto primi piani. I nodi cruciali risiedevano nella scrittura che però riesce sempre ad essere fluida e a tenere in sospensione lo spettatore miscelando il dramma, la commedia e il thriller con la giusta dose di umorismo.
Articolo di Matteo Di Maria