Prod. Usa, 2015. Diretto da Alfoso Gomez-Rejon con Thomas Mann, Olivia Cooke.
Greg Gaines è un diciassettenne molto intelligente, che però non ama molto seguire gli studenti.
Un giorno scopre che la sua vecchia amica d’infanzia Rachel Kushner, è affetta da leucemia e viene costretto dai suoi genitori a riallacciare i rapporti con lei. I due non sono molto propensi a frequentarsi e il loro primo incontro dopo tanto tempo risulta estremamente imbarazzante. Greg decide di presentare la ragazza al suo amico Earl con cui gira cortometraggi parodiando film famosi. Pian piano il loro rapporto si rafforza, tanto che quando Rachel inizia la chemioterapia, il ragazzo preferisce passare il tempo con lei invece di rimanere a scuola. Ma le sue condizioni non cambiano, anzi peggiorano.
Quel fantastico peggior anno della mia vita non è il primo film di formazione adolescenziale che mette il tema della morte al centro della narrazione. Prima di lui il melò di L’amore resta di Gus van Sant, 50 e 50 di Jonathan Levine e infine Colpa delle stelle diretto dal regista Josh Boone e tratto dal best seller di John Green. Il film di Gomez-Rejon, trova la sua nota distintiva in una tecnica ardita con movimenti di camera veloci e strizza sagacemente l’occhio al cinema di Wes Anderson. Dialoghi cinici e intrisi di freddure che danno apparente leggerezza ad una storia che si trasforma poco a poco in una tragic-comedy capace di spezzare il cuore.